CISL FP Venezia. Dipartimento salute mentale. Migliorare subito le condizioni di lavoro.

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In relazione ai recenti fatti di cronaca, rimbalzati clamorosamente sulla stampa, circa l'iscrizione nel registro degli indagati di due infermieri della psichiatria dell'Ospedale Civile di Venezia, in merito al decesso di un paziente, la CISL FP Venezia continua, in sintonia con le altre organizzazioni sindacali, a denunciare, e ciò accade purtroppo da anni, un clima organizzativo saturo di stress all'interno di tutto il dipartimento di salute mentale dell'ULSS 3, sia a livello ospedaliero che nei presidi territoriali.

"Una situazione che si trascina da diversi anni" spiega Massimo Grella (Segretario Generale CISL FP Venezia) alla stampa. Una situazione che è progressivamente peggiorata dopo la pandemia. Se, infatti, il sistema sanitario era già zoppicante per la carenza di personale che si sommava al blocco dei contratti, nelle psichiatrie il Covid ha dato luogo ad un incremento del carico di lavoro "spesso", aggiunge Grella, "a fronte del numero di operatori sanitari rimasto invariato". Tutto ciò in un contesto in cui la crescita di accessi ed attività ai servizi sfiora il 30%.

E' sempre il Segretario generale della CISL FP veneziana che tiene a ribadire come "il lavoro all'interno di questi reparti è più delicato e complesso e si inserisce in un quadro di difficoltà
complessive della sanità pubblica. Serve migliorare le condizioni di lavoro per offrire alla cittadinanza la necessaria e doverosa qualità del servizio".

Su quest'ultimo punto s'incentra la posizione della CISL FP rispetto ad altre possibili soluzioni paventate in ambito sindacale. "Ben vengano, come qualcuno chiede, incentivi economici per questi professionisti esposti a rischi e disagi, ma resta fondamentale lavorare, prima di ogni altra cosa, sul miglioramento della qualità di lavoro, e quindi di vita, del personale coinvolto".

"Monetizzare i rischi ha poco senso se poi non si fa nulla per rendere appetibile una professione, quella infermieristica, che da anni vive una situazione di carenza endemica", insiste Grella. Basti pensare che l'Università di Padova, per cercare dì far fronte alla mancanza di infermieri, ha incrementato di seicento i posti disponibili per le immatricolazioni. Risultato: non sono stati coperti nonostante essi rappresentino di fatto un orizzonte professionale sicuro. 

"Uno sforzo certamente apprezzabile, ma il vero problema è rendere la professione 'appetibile'", conclude Grella in conferenza stampa, che tiene a rimarcare, al di la di ogni altra soluzione proposta, come questa appetibilità passi obbligatoriamente dal rinnovamento contrattuale (il contratto è scaduto da 2 anni), dall'adeguamento delle retribuzioni e da aiuti alla residenza, ancor più in un contesto come quello di Venezia".

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